Non avevano le scarpe da ginnastica i bambini che hanno preso parte all’ottava Marcia internazionale per la pace di Nairobi. Per la verità molti di loro non avevano nemmeno le scarpe. Così come non ce l’avevano i loro fratelli e sorelle più grandi. I più fortunati avevano gli stivali. Gli altri solo un paio di ciabatte infradito di plastica, quelle che noi mettiamo per andare in spiaggia quando fa molto caldo. Ieri a Nairobi invece faceva freddo e, al posto della nostra sabbia, c’era fango dappertutto. La pioggia insistente di questi giorni ha colto di sorpresa gli organizzatori della Marcia mettendone a serio rischio la realizzazione. Per tutta la notte della vigilia una pioggia torrenziale aveva scandito le ore esaurendosi solo alle prime luci dell’alba. Eppure, alle sette del mattino sono lì, nel cuore di Kibera, ad attendere l’arrivo della gente. A Kibera, la più grande baraccopoli dell’Africa che ospita tanta gente quanto l’Umbria, o ci vivi perché non hai alternative o ci vai quando c’è il sole per vedere l’inferno. Quando piove è peggio. Ma se non lo vedi non riesci nemmeno ad immaginartelo. Flavio Lotti
Tratto da La torre di babele, il fantastico blog di Pino Scaccia (inviato Rai in giro per il mondo)...questi sopra sono due articoli pubblicati su Articolo21, quotidiano on-line per la libertà di informazione ed espressione.
Un messaggio splendido.
"Io sono responsabile del mondo nel quale vivo"...
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