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14 set 2007

Il presidente del Sudan: «Stop alle armi»

Corriere della Sera, venerdì, 14 settembre 2007

Omar al Bashir si è detto pronto a siglare un cessate il fuoco con i ribelli del Darfur all’inizio dei colloqui di pace

ROMA - Il Presidente sudanese Omar al Bashir si è detto pronto a siglare un cessate il fuoco con i ribelli del Darfur all’inizio dei colloqui di pace, al via il prossimo 27 ottobre a Tripoli. «Speriamo siano gli ultimi e che abbiano successo», ha detto il Capo di Stato nel corso della conferenza stampa seguita all’incontro con il Presidente del Consiglio Romano Prodi. Bashir ha quindi riferito di aver chiesto all’Italia «di fare pressioni sui paesi che ospitano i ribelli che non intendono partecipare ai negoziati, perché aderiscano al processo di pace». Chiaro il riferimento al leader del Movimento di liberazione del Sudan (Slm), Abdul Wahid al Nur, rifugiato in Francia. Al Nur aveva infatto boicottato l’incontro di agosto tra i mediatori dell’Onu e dell’Ua e altri sette leader dei ribelli del Darfur, mirato a concordare una piattaforma comune da presentare ai negoziati con il governo di Khartoum, e ha annunciato che non intede prendere parte ai prossimi negoziati se non cesseranno prima le ostilità. Al Nur è a capo del gruppo che per primo imbracciò le armi contro Khartoum nel febbraio 2003 e gode ancora oggi di grande popolarità nella regione. Anche il Segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon ha lanciato un appello al leader dei ribelli perchè partecipi al processo avviato nella regione.
PRODI: «L'ITAIA FARA' LA SUA PARTE» - «L'Italia farà la sua parte per la pace in Darfur». Il presidente del Consiglio, Romano Prodi, al termine dell'incontro con il presidente sudanese Bashir, riferisce che si è trattato di un confronto «lungo e approfondito, durante il quale si è discusso con franchezza ma anche con spirito di cooperazione» sui problemi del Sudan e del Darfur. «Ho esposto con franchezza a Bashir le tante preoccupazioni mie, dell'Italia e della comunità internazionale dei problemi umanitari in Darfur». Prodi ha riferito di aver discusso «in modo costruttivo sulle possibili soluzioni politiche» a partire dagli sviluppi delle ultime settimane che hanno portato alla decisione Onu di formare una missione ibrida di peace keeping e alla convocazione di una conferenza di pace a Tripoli per il 27 ottobre. Anche l'Italia, ha assicurato Prodi, farà la sua parte con «la partecipazione non solo finanziaria alla missione ibrida».
LA MISSIONE - La partecipazione sarà composta di contributi (l'Italia è tra i maggiori donors) ma anche con una messa a disposizione di mezzi di aerotrasporto e strutture logistiche come richiesto dall'Onu, a cui si aggiungono programmi di addestramento del personale impegnato nel peace keeping. Questo impegno si somma a quello già in atto sul piano umanitario nei campi profughi. Infine si sta lavorando alla partecipazione a un fondo europeo per il mantenimento della pace che coinvolgerà Darfur e Corno d'Africa. Ancora non è stato deciso quale sarà l'entità di questo fondo, ma la cifra, decisa insieme al ministero degli Esteri e dell'Economia, dovrebbe essere fissata entro la prossima settimana.
Da Corriere.it

Vedremo...o meglio, inshallah...

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