Allora..a quanto pare è stato possibile ritrovare una sorta di accordo tra Nord e Sud Sudan. Significa che i ministri del SPLM/A, il Sudan People Liberation Movement/Army, il principale parito del Sud, riprenderanno il loro posto nel governo di coalizione e soprattutto che è stato scongiurata la ripresa delle ostilità.
Certo politicamente la situazione è tutt'altro che rosea.
Il Sudan è uno stato federale enorme. Come dice Wikipedia "in termini di superficie è il più grande stato del continente africano. Attualmente il Sudan è una repubblica presidenziale retta però da una giunta militare". Significa che il presidente che lo governa in teoria è stato democraticamente eletto ma in pratica...no. Per capire quello che sta accadendo ora in Sudan bisognerebbe tornare in dietro alla fine del periodo coloniale inglese, quando questi hanno scelto di affidare nelle mani degli arabi sudanesi ed egiziani tutte le varie strutture di potere sudanesi.
Questa scelta assieme ad altre decisioni politiche e ad alcune caratteristiche geografiche proprie del Sudan portarono ad un acentramento della ricchezza e del potere nelle tre principali città del Nord (North Khartoum, South Khartoum e Omdurman, che ora sono ormai un agglomerato solo) a discapito del Sud, paludoso, assolutamente difficile da raggiungere e diviso da grandi lotte tribali, e dell'Ovest (il Darfur) arido e senza risorse.
Pensando alla divisione nord-sud inoltre non va dimenticato come il nord sia abitato da arabi e quindi caratterizzato dalla religione islamica e dalla lingua araba, mentre il sud sia principalmente cristiano-animista e caratterizzato dalla lingua inglese e dalle lingue delle singole tribù.
Un casino insomma.. E quindi?
Quindi il sud ha sempre reclamato l'indipendenza dal nord per potersi autogovernare. In parole povere per potersi gestire in maniera autonoma i proprio soldi costruendo ciò che il governo sudanese non ha mai fatto (scuole, strade, ponti, ospedali, ec..) e più in generale per poter crescere come stato autonomo con una propria identità assolutamente lontana da quella che il nord imponeva e che ancora ora impone.
Ovviamente tutto questo al governo di Khartoum non andava bene. I territori del sud facevano comodo perchè lo sfruttamento economico di quelle regioni permettevano di aumentare le entrate nelle casse statali.
In più è arrivato il petrolio. Enormi giacimenti al sud, si dice tra i più ricchi al mondo e tra i più facili da sfruttare perchè molto superficiali. Il sud quindi è ufficilamente diventata la gallina dalle uova d'oro che il governo del nord ha iniziato a sfruttare e spremere per arricchirsi ancora di più.
Il petrolio veniva estratto al sud e i soldi finivano a nord.
Ecco...21 anni di guerre civile tra i ribelli del sud uniti nel SPLM/A e il nord guidato dal NIF, il National Islamic Front, ora guidato dal generale Omar Hassan Ahmed al-Beshir, presidente del Sudan grazie ad un colpo di stato avvenuto nel 1989. Dal 1983 ad ora tra la guerra civile e le carestie si contano circa 2 milioni di morti e 4 milioni di rifugiati.
Nel 2002 iniziarono i primi colloqui di pace e merito del presidente ugandese Museveni fu lo storico incontro tra Jhon Garang, carismatico leader del SPLM/A, e il presidente al-Beshir.
Nel 2005 infine fu possibile raggiungere un accordo tra le parti che sanciva la fine del conflitto, la formazione di un governo di unità nazionale composto da membri misti nord-sud (Garang fu nominato vice-presidente), una maggiore indipendenza delle regioni meridionali e la possibilità nel 2009 di autodeterminarsi come stato indipendente tramite un referendum.
Purtroppo nel 2006 l'elicottero su cui Garang stava viaggiando e che lo riportava in Sudan dopo una visita ufficiale in Uganda precipitò a causa di una bufera di sabbia (ufficialmente, poi qualcuno parlò anche di attentato, ma non fu mai dimostrato). Purtoppo il partito del sud perse un uomo di grande valore e una guida determinata. Il giorno della sua morte, allo spargersi della notizia di un presunto attentato, migliaia di sud-sudanesi profughi che abitavano e abitano ancora tutt'ora in Khartoum e nel campo profughi di Mayo appena fuori erano pronti a marciare sulla città per vendicare il loro leader. (vedi articoli PeaceReporter 1 - 2 - 3 - 4)
Cos'è successo invece l'altro giorno che ha fatto precipitare le cose?
Beh..sostanzialmente l'attuale leader del SPLM/A ha deciso di ritirare i propri ministri dal governo di coalizione come risposta alla non applicazione completa del trattato di pace del 2005. In particolare si parla di ritardi nel versare la quota che spetta al sud derivata dai proventi della vendita del petrolio (che ricordo si trova nel sud del paese).
La tensione politica rimane alta anche se in un certo senso l'allarme dovrebbe essere rientrato e le due fazioni dovrebbero essere riuscite atrovare un accordo.
Ovviamente il ritiro dei ministri il giorno prima della fine del ramadan è stata una bella provocazione del SPLM/A e la nostra ambasciata giustamente il giovedì sera ha consigliato di non uscire per evitare di incappare in eventuali manifestazioni e guai. Ieri era già tutto rientrato ed è rimasto solo l'avvertimento a non frequentare i vari suk, di solito super affollati di gente.
E questo è il riassunto di quello che ho capito a proposito del SUD.
Ben altra storia è il Darfur.
Li si che è veramente un casino e vi assicuro che non sono ancora riuscito a capirci un gran chè.
Quello che posso dire è che la situazione sta peggiorando e giusto ieri sera ho avuto modo di conoscere un ragazzo italiano e una ragazza spagnola appena evaquati da la per problemi di sicurezza. Ormai la vita delle ONG e delle UN è diventata veramente difficile...non passa giorno senza che una sede o un convoglio non venga attaccato da ribelli, siano essi del Darfur o i Janjaweed filo-governativi. Violenza gratuita, banditismo.
Per capirci un po' potreste provare a leggera la pagina di Wikipedia "Conflitto del Darfur".
La cosa certa è che all'occidente non interessa questa guerra e non interessano le centinaia di morti in 3 anni. Per ora sono presenti 7000 soldati dell'Unione Africana, poco preparati, armati male e sottopagati. Giusto settimana scorsa in un'imboscata in un campo profughi i ribelli ne hanno uccisi 12 rubando tutte le armi e i mezzi di trasporto. Tra dicembre e gennaio invece arriveranno circa 25.000 soldati UN in issione di peace-keeping o peace-making, non so bene.
Ma non credo che farà tanta differenza...il Darfur è grande come la Francia, cosa possono fare in 25.000?
E poi...è vero che il governo sudanese non li ha mai voluti e che c'è voluto molto tempo per far approvare la missione anche per questo, ma non mi stupisce che i caschi blu arrivino proprio ora che si inizia a parlare di petrolio anche in quella terra dimenticata da Dio.
Il Sudan è uno stato federale enorme. Come dice Wikipedia "in termini di superficie è il più grande stato del continente africano. Attualmente il Sudan è una repubblica presidenziale retta però da una giunta militare". Significa che il presidente che lo governa in teoria è stato democraticamente eletto ma in pratica...no. Per capire quello che sta accadendo ora in Sudan bisognerebbe tornare in dietro alla fine del periodo coloniale inglese, quando questi hanno scelto di affidare nelle mani degli arabi sudanesi ed egiziani tutte le varie strutture di potere sudanesi.
Questa scelta assieme ad altre decisioni politiche e ad alcune caratteristiche geografiche proprie del Sudan portarono ad un acentramento della ricchezza e del potere nelle tre principali città del Nord (North Khartoum, South Khartoum e Omdurman, che ora sono ormai un agglomerato solo) a discapito del Sud, paludoso, assolutamente difficile da raggiungere e diviso da grandi lotte tribali, e dell'Ovest (il Darfur) arido e senza risorse.
Pensando alla divisione nord-sud inoltre non va dimenticato come il nord sia abitato da arabi e quindi caratterizzato dalla religione islamica e dalla lingua araba, mentre il sud sia principalmente cristiano-animista e caratterizzato dalla lingua inglese e dalle lingue delle singole tribù.
Un casino insomma.. E quindi?
Quindi il sud ha sempre reclamato l'indipendenza dal nord per potersi autogovernare. In parole povere per potersi gestire in maniera autonoma i proprio soldi costruendo ciò che il governo sudanese non ha mai fatto (scuole, strade, ponti, ospedali, ec..) e più in generale per poter crescere come stato autonomo con una propria identità assolutamente lontana da quella che il nord imponeva e che ancora ora impone.
Ovviamente tutto questo al governo di Khartoum non andava bene. I territori del sud facevano comodo perchè lo sfruttamento economico di quelle regioni permettevano di aumentare le entrate nelle casse statali.
In più è arrivato il petrolio. Enormi giacimenti al sud, si dice tra i più ricchi al mondo e tra i più facili da sfruttare perchè molto superficiali. Il sud quindi è ufficilamente diventata la gallina dalle uova d'oro che il governo del nord ha iniziato a sfruttare e spremere per arricchirsi ancora di più.
Il petrolio veniva estratto al sud e i soldi finivano a nord.
Ecco...21 anni di guerre civile tra i ribelli del sud uniti nel SPLM/A e il nord guidato dal NIF, il National Islamic Front, ora guidato dal generale Omar Hassan Ahmed al-Beshir, presidente del Sudan grazie ad un colpo di stato avvenuto nel 1989. Dal 1983 ad ora tra la guerra civile e le carestie si contano circa 2 milioni di morti e 4 milioni di rifugiati.
Nel 2002 iniziarono i primi colloqui di pace e merito del presidente ugandese Museveni fu lo storico incontro tra Jhon Garang, carismatico leader del SPLM/A, e il presidente al-Beshir.
Nel 2005 infine fu possibile raggiungere un accordo tra le parti che sanciva la fine del conflitto, la formazione di un governo di unità nazionale composto da membri misti nord-sud (Garang fu nominato vice-presidente), una maggiore indipendenza delle regioni meridionali e la possibilità nel 2009 di autodeterminarsi come stato indipendente tramite un referendum.
Purtroppo nel 2006 l'elicottero su cui Garang stava viaggiando e che lo riportava in Sudan dopo una visita ufficiale in Uganda precipitò a causa di una bufera di sabbia (ufficialmente, poi qualcuno parlò anche di attentato, ma non fu mai dimostrato). Purtoppo il partito del sud perse un uomo di grande valore e una guida determinata. Il giorno della sua morte, allo spargersi della notizia di un presunto attentato, migliaia di sud-sudanesi profughi che abitavano e abitano ancora tutt'ora in Khartoum e nel campo profughi di Mayo appena fuori erano pronti a marciare sulla città per vendicare il loro leader. (vedi articoli PeaceReporter 1 - 2 - 3 - 4)
Cos'è successo invece l'altro giorno che ha fatto precipitare le cose?
Beh..sostanzialmente l'attuale leader del SPLM/A ha deciso di ritirare i propri ministri dal governo di coalizione come risposta alla non applicazione completa del trattato di pace del 2005. In particolare si parla di ritardi nel versare la quota che spetta al sud derivata dai proventi della vendita del petrolio (che ricordo si trova nel sud del paese).
La tensione politica rimane alta anche se in un certo senso l'allarme dovrebbe essere rientrato e le due fazioni dovrebbero essere riuscite atrovare un accordo.
Ovviamente il ritiro dei ministri il giorno prima della fine del ramadan è stata una bella provocazione del SPLM/A e la nostra ambasciata giustamente il giovedì sera ha consigliato di non uscire per evitare di incappare in eventuali manifestazioni e guai. Ieri era già tutto rientrato ed è rimasto solo l'avvertimento a non frequentare i vari suk, di solito super affollati di gente.
E questo è il riassunto di quello che ho capito a proposito del SUD.
Ben altra storia è il Darfur.
Li si che è veramente un casino e vi assicuro che non sono ancora riuscito a capirci un gran chè.
Quello che posso dire è che la situazione sta peggiorando e giusto ieri sera ho avuto modo di conoscere un ragazzo italiano e una ragazza spagnola appena evaquati da la per problemi di sicurezza. Ormai la vita delle ONG e delle UN è diventata veramente difficile...non passa giorno senza che una sede o un convoglio non venga attaccato da ribelli, siano essi del Darfur o i Janjaweed filo-governativi. Violenza gratuita, banditismo.
Per capirci un po' potreste provare a leggera la pagina di Wikipedia "Conflitto del Darfur".
La cosa certa è che all'occidente non interessa questa guerra e non interessano le centinaia di morti in 3 anni. Per ora sono presenti 7000 soldati dell'Unione Africana, poco preparati, armati male e sottopagati. Giusto settimana scorsa in un'imboscata in un campo profughi i ribelli ne hanno uccisi 12 rubando tutte le armi e i mezzi di trasporto. Tra dicembre e gennaio invece arriveranno circa 25.000 soldati UN in issione di peace-keeping o peace-making, non so bene.
Ma non credo che farà tanta differenza...il Darfur è grande come la Francia, cosa possono fare in 25.000?
E poi...è vero che il governo sudanese non li ha mai voluti e che c'è voluto molto tempo per far approvare la missione anche per questo, ma non mi stupisce che i caschi blu arrivino proprio ora che si inizia a parlare di petrolio anche in quella terra dimenticata da Dio.
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