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9 giu 2008

Dall'altra parte della strada

Per andare da casa all'ospedale col pulmino impieghiamo circa 20 min....un pezzettino di "sterrato" (chiamiamolo così..), 300 metri di strada coi lavori in corso, poi un incrocio micidiale con precedenze plurime alternate a destra o sinistra (ma di solito chi è più grosso vince), qualche km di "superstrada" e poi le stradine coperte di polvere rossa che attraversano Soba, il paesello dove c'è l'ospedale.

Ma torniamo indietro un attimo, più precisamente a quei km di superstrada...ci passiamo tutti i giorni, almeno una volta ad andare e una a tornare..
Uscendo da Khartoum a sinistra c'è un po' di vegetazione, qualche spiazzo enorme di terra arida, un benzinaio, qualche carcassa di camion abbandonato a se stesso senza più gomme e cerchioni. E subito a ridosso della strada le immancabili baracche di fortuna fatte di bastoni, cartone e sacchi di yuta anneriti dal carbone che contenevano. Simili in tutto e per tutto alle "case" dei miei vicni...e intendo i profughi del sud, per capirci. Qui però non sono case...anzi non solo. Di giorno sono delle specie di Autogrill, dove la gente si ferma per mangiare e bere qualcosa...chi in macchina e chi a piedi. Niente rustichella, capri o caffè marocchino, niente menù breackfast con cappuccio, brioches e spremuta. Solo foul (fagioli cotti con qualche verdura), tamia (frittelline di ceci) e jabanah o thè. Qualcuno vende le sigarette, qualcuno ha anche la Coca Cola, ma si mangia seduti per terra o al massimo su piccoli sgabellini.
E a destra?
A destra, in fondo, prima di svoltare per Soba, c'è una caserma militare preceduta da un'altra pompa di benzina, mentre all'inizio, subito dopo il mega incrocio da delirio, c'è una lussuosa concessionaria Daihatsu-Subaru, a cui seguono svariate casette basse di fango tutte colorate che non sono altro che officine per camion, dietro le quali giacciono cadaveri decine e decine di rimorchi motrici.
E tra queste costruzioni e la pompa di benzina?
Prima, intendo prima di tornare in Italia, qualche km di terra, prati rinsecchiti, alberi tristi piegati dalla sete e una rete di sentieri che attraversava questo spazio fino ad una serie di casette visibili all'orizzonte...un piccolo paesello, forse un'altra parte di Soba.
Da quando sono arrivato quasi due mesi fa invece tutto questo non c'è più...ora ci sono diversi km di montagne di terra create da escavatori giganteschi che a volte è possibile intravedere muoversi sollevando nuvoloni di polvere. Hanno scavato tutto, spostato tonnellate di terra, decine e decine di bestioni che nell'immensità del cantiere sembrano quasi formichine. Ho paura che in fondo non ci siano più neanche le case.
Uno dei primi giorni dopo essere tornato ho chiesto a qualche cawajah come me cosa diavolo stessero facendo li, dietro a quei cumuli di terra. Mi dissero che stavano costruendo appartamenti...casette, ville....cose così.
Mi sono accontentato della risposta...ho anche pensato che alla fine era una cosa normale...tutte le città si espandono e Khartoum è in un momento economicamente felice....o per lo meno lo sono i pochi che hanno i soldi.
Ma oggi mentre tornavo a casa dall'ospedale ho voluto rifare la stessa domanda al driver anziano che guidava il pulmino, un signore coi capelli bianchi, gentile, sempre sorridente, quello che mi porta a casa al mattino quando smonto notte.
Ho richiesto a lui cosa diavolo stessero facendo di così groso dietro quelle montagne di terra.
"Golf court" ha detto.
E poi ha continuato "Da una parte della strada c'è gente che riesce a fare fathur (il pasto, per intenderci) una volta al giorno e basta. E dall'altra parte della strada cosrtuiscono un campo da golf".

3 commenti:

Anonimo ha detto...

ecco finalmente..lo sai che il tuo blog è per me ossigeno puro,ma sono felice di saperti impegnato,immagino stanco,ma molto impegnato..significa che tanti cuoricini vengono aggiustati,significa speranza per molti,moltissimi...Sai Andre come è difficile far capire a questi capoccioni cawaja che nn è un vezzo una cardiochirurgia?
Si continua a sostenere che l'Africa ha bisogno di acqua di cibo,di cure primarie,di prevenzione..tutto vero accidenti..MA PERCHè NN VOGLIONO CAPIRE CHE L'AFRICA HA BISOGNO DI TUTTO,ACCIDENTI,COMPRESE PERSONE CHE SE NE INTENDANO DI CUORE..
perchè dobbiamo così presuntuosamente affermare che i bisogni di Africa sono solo alcuni e nn tutti..è un pò come dare i farmaci in scadenza o i vestiti usati..perchè in Africa nn è possibile avere l'eccellenza ma sempre e solo la carità
A volte sono sfinita,mi ripeto e molto pochi mi ascoltano,molti ribattono con forza..io sono per la pace,andre e cerco di nn discutere mai,ma ogni volta che mi trovo di fronte ai capoccioni è come se le loro parole mi procurassero una ferita fisica..dico solo che dovrebbero almeno provare a vedere con i propri occhi..perchè pensare che il "nostro attaccamneto lla vita vita" quello di noi pallidi,dico debba essere più forte di quello di altri.
Perchè,maledizione, si deve pensare che l'Africa nn se la debba permettere una cardiochirurgia.
Quando sono stata a Venezia mi ha colpito molto che tutti gli stati presenti ringraziassero l'associazione perchè emerg. tenta di accogliere le richieste e nn si presenta con pacchetti di volontariato già decisi a priori con budget già stabiliti..è stato bello e sorprendente scoprire questo aspetto.
Non so mi sono persa,sì perchè mi indispettisco di fronte a tanto scetticismo..la missione vera,amico mio, è vivere qui,far passare un messaggio,nn convincere,bada bene..io nn ho la presunzione di sapere nulla di africa..semplicemente far passare messaggi positivi..è una grande fatica..troppo spesso mi sento sola.
Ho visto la foto di ringo..io pure una sola volta l'ho sentito parlare,me lo ricordo bene..lui è il fratellino di acciai,la bimba con i capelli corticorti..poi anche angelina cresce in grazia di dio,o nn so come lo vuoi chiamare tu..quando mi regali una fotografia mi riempi il cuore di gioia...continua così,andrea,abbraccia e sorridi il più possibile e quando vai in kenya stringi forte angela..
io sono sempre un pò lì con le tue fatiche e le tue gioie..aspettando il mio turno..

Andriiia ha detto...

Michi...ti voglio rispondere rubando 2 righe di un bel reportage (vabbè, sono di parte, ma è bello, ve lo assicuro) sul Salam Centre..
"...La malattia di una persona coinvolge a più livelli anche la sua famiglia, e in Africa il concetto di famiglia è piuttosto esteso. Curare il cuore di un padre o di una madre vuol dire dare nuova vita a chi ha sotto la propria responsabilità altre persone. Aggiustando il cuore di un bambino, si sistema anche quello dei suoi genitori.
Basterebbe tutto questo per sentire l’emozione della sfida.
C’è chi si chiede perché un ospedale di questo tipo in Africa. Poi vieni a Khartoum e ti chiedi perché non è stato fatto prima."

Ed è proprio così.

chicca ha detto...

Ciao Andrea, sono Chicca, un'amica di Nadia...
grazie per le tue belle parole...
Non nego che mi hai commosso e mi hai fatto tornare in Congo... e in Costa d'Avorio... soprattutto in Costa, dove anch'io sono rimasta basita davanti agli edifici all'"europea" costruiti di fronte alle barecche che fungono da "autogril" o negozietti...
Ti prende la rabbia dentro... succede come agli incroci di cui parli.. vince il più forte sempre!!!!...
però mi piace non perdere la speranza, credere che davvero ci posssa essere un mondo di pace... fatto di equilibrio... di fratellanza.... sono una sognatrice, forse è vero, ma i miei sogni nemmeno la leonessa più feroce li può uccidere...
Un grande abbraccio, anche alla Nadia... continuate così, che siete grandi!!!
Besos
Chicca

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